ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO PEPOLI  -  Trapani

Trapani in liberty

QUARTA PASSEGGIATA
Casina delle Palme*

 
Nella piazza Carlo Albero Dalla Chiesa ci accoglie, una delle più alte manifestazioni del liberty trapanese, la Casina delle Palme una struttura angolare ed un palcoscenico che occupano un intero isolato.
Nata come una sorta di café chantant, fu ideata nel 1922 dall’architetto Francesco La Grassa, figura preminente nell’ambito dell’architettura cittadina dei primi tre decenni del ‘900.
A volere un locale all’aperto per il tempo libero e lo spettacolo, fu Antonio Fiorino, un sarto trapanese che, essendo vissuto a Parigi e ricordando i café francesi, pensò di crearne uno simile a Trapani.
Allo chalet Fiorino, come veniva denominato, nelle sere d’estate molti trapanesi, sorseggiando un caffè o una bibita oppure gustando un gelato, assistevano alle operette e agli spettacoli di varietà che si svolgevano sul palcoscenico.
Ma, a parte la novità del locale, quello che dovette apparire sorprendente ai trapanesi fu la moderna e disinvolta concezione architettonica della Casina ideata da La Grassa che, nel progettarla, seguì gli insegnamenti ricevuti a Palermo dal suo maestro Ernesto Basile, uno dei massimi esponenti del Liberty italiano.
La vera novità sta infatti nell’armonioso gioco di aperture, nei pieni e nei vuoti che si susseguono, nello smussamento degli angoli, nelle gustose torrette e, soprattutto, nella presenza di materiali innovativi.
Mattonelle invetriate, ferri battuti, decorazioni floreali e vetri qui si combinano perfettamente con gli elementi architettonici creando un insieme di raffinata eleganza.
L’inserimento di ceramica, ferro, vetro fra le strutture degli edifici, è infatti una delle caratteristiche del liberty.
Ed ecco il fregio di mattonelle invetriate, i ferri a reticolo che si combinano in orizzontale e in verticale creando gradevoli e svelte decorazioni o divenendo supporto dei lampioni .
Anche una pensilina a vetri policromi, tipicamente liberty, proteggeva in passato le aperture del piano terra, come mostrano alcune foto d’epoca.
Nella casina, compare la finestra tripartita, motivo costante nelle opere di La Grassa, rivisitata dal repertorio del Basile, e più volte riproposta in altri edifici diventando la sigla personale dell’architetto trapanese.
tra i motivi decorativi vediamo anche delle robuste volute stilizzate, di barocca memoria, che qui acquistano però nuovo gusto e nuovo significato.
L’arioso palcoscenico, in parte ricomposto dopo gli eventi bellici, nel 1946, dall’ingegnere Andrea Lipari, mantiene nelle linee generali l’impostazione data da La Grassa e con le due torrette laterali richiama ancora una volta i modi di Ernesto Basile,
Il fregio floreale appare invece come una reinterpretazione dei fregi greci da parte dell’architetto trapanese al quale va il merito di aver portato in città quella ventata modernista che investiva l’Europa tra Ottocento e Novecento, attraverso il suo linguaggio nuovo, sciolto, raffinato ed elegante.
Lina Novara


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