ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO PEPOLI  -  Trapani

Trapani in liberty

SECONDA PASSEGGIATA
Dalla via Baracche al Palazzo dei Mutilati *


Percorrendo la via Barracche merita uno sguardo il prospetto di un palazzo con le rigide mostre delle aperture, riconducibili all’art déco che, pur derivando dal liberty, intorno agli anni 30 del ‘900, ne rifiuta la sinuosità, in nome del geometrismo e dell’essenzialità delle forme. Tuttavia un delicato motivo con il caratteristico colpo di frusta liberty compare nell’inferriata sopra l’ingresso.
In via Carolina un altro prospetto attira la nostra attenzione: si tratta di un palazzetto con decorazioni floreali tra le quali si inserisce un curioso mascherone in mezzo a due mazzi di fiori capovolti.
Proseguendo ci soffermiamo in Piazza Generale Scio, dove palazzo dei Mutilati con il suo prospetto molto sviluppato in larghezza, occupa tutto il lato sud della piazza.
Fu realizzato tra il 1927 ed il 1931 su progetto dell’ingegnere Salvatore Marascia in un’area denominata Spiaggia San Francesco, che fino a poco tempo prima era invasa dal mare e poi prosciugata intorno al 1925. Per questo motivo i trapanesi, temendo uno sprofondamento dell’edificio, non apprezzarono l’opera del Marascia che se ne dispiacque moltissimo.
Ma l’edificio con il suo volume compatto e vigoroso ha resistito nel tempo ed ancora oggi occupa l’originario isolato compreso tra il viale Duca D’Aosta, le vie Cristoforo Colombo e Cappuccini e la piazza generale Scio.
Doveva essere una zona particolarmente suggestiva se nel 1822 un viaggiatore francese ne fu attratto tanto da disegnarla e farla poi incidere su rame a Parigi, con lo sfondo della chiesa dell’Epifania, detta dei Cappuccini, e la torre della Colombaia.
L’ingegnere Marascia, forse ispirandosi all’operato di Ernesto Basile su Villa Igea a Palermo, ritorna agli stili del passato e, per decorare le quattro facciate di palazzo Mutilati, utilizza colonne con capitelli decorati, finestre bifore, archi a tutto sesto e ad ogiva, ma anche di tipo moresco o fortemente ribassati. I risultati sono di un grande edificio su basamento a bugnato rustico, con parte mediana inclusa tra due rigorosi corpi laterali, e centodue aperture, articolate in soluzioni diverse: un palazzo più orientato verso l’eclettismo di fine ‘800 che verso le moderne tendenze del liberty. Qualche accenno a quest’ultimo gusto si nota comunque nelle decorazioni floreali, poste sopra gli archi ribassati, e nella presenza di mattonelle maiolicate, di colore bianco e azzurro, che creano, nel coronamento, una gustosa nota cromatica.
E proprio l’uso di materiali diversi come la ceramica, il ferro, il vetro, inseriti fra le strutture degli edifici, sarà una delle novità del liberty. Tra i materiali più innovativi che caratterizzano questo stile, un posto speciale occupa il vetro che viene impiegato non solo per oggetti d'arredamento ma anche per la creazione di vetrate artistiche che, in questo periodo, trovano una rinascita importante.
Ed eccole nel palazzo dei Mutilati: le troviamo con vetri colorati, rilegati a piombo, sul prospetto di via Cristoforo Colombo e nell’angolo con viale Duca d’Aosta, qui inserite in una apertura di sapore moresco con decori a mascherone che ci fanno tornare in mente le arti primitive e arcaiche che l’arte déco non disdegnava. In un momento successivo alla costruzione del palazzo fu realizzata la cancellata in ferro, disegnata dall’ing. Michele Basile.
Lina Novara

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